COACHING

Gli incontri di coaching con me ti aiutano a riconoscere e realizzare i tuoi obiettivi di cuore e a sciogliere i blocchi che finora ti hanno impedito di vivere e sperimentare ciò che desideri.

In ogni incontro ci prendiamo cura del tuo tema prioritario.

Il coaching non ha nulla a che fare con una terapia. Si tratta di un processo creativo che ti stimola a trovare nuove risposte, fare scelte equilibrate e raggiungere maggiore consapevolezza di te stesso, della tua vita e della situazione che stai attraversando.

Il coaching è un lavoro per obiettivi e indicato per chi si sente poco motivato, confuso e indeciso. Ti aiuta a prendere in mano la tua vita, riscoprirne il valore e sentirti soddisfatto di te stesso.

Puoi fare richiesta di un appuntamenti in presenza o in videochiamata scrivendo un whatsapp: 3405859917

Per i minorenni è necessario il consenso di ambedue i genitori per poter partecipare alla sessione di coaching.


 

Ti riassumo qui di seguito altre informazioni utili per comprendere meglio che cos’è il coaching:

Il XX secolo ha visto una grande evoluzione nella teoria e nella pratica del coaching. In particolare, molti esperti e teorici indicano che l’anno 1980 è stato fondamentale per lo sviluppo e riconoscimento di questa disciplina, tanto che da allora ha iniziato a diffondersi in modo massiccio e ha preso la sua forma attuale (Amador, 2018).

Il coaching è in continua evoluzione, ogni soggetto – coach o coachee – e i loro parametri sono influenzati dal contesto di vita, elemento che, a sua volta, non è per niente statico.

Le esigenze sociali di questa metodologia sono incentrate sulla ricerca del benessere, sul miglioramento della qualità della vita e sulla soddisfazione personale.

 

Che cos’è il coaching?

Il coaching è il processo attraverso il quale viene liberato il potenziale di una persona, con l’obiettivo di stimolare e migliorare il suo impegno e le sue capacità.

Chi è il coach?

Il coach è un professionista che svolge attività professionale creando un processo di partnership finalizzato al raggiungimento degli obiettivi definiti con il coachee e con l’eventuale committente. L’agire professionale del coach facilita il coachee nel migliorare le prestazioni professionali e personali mediante la valorizzazione e il potenziamento delle sue risorse, capacità personali e competenze. Queste producono il potenziamento dei risultati e più in generale della soddisfazione del coachee, ossia al professionista che eroga il servizio di coaching.

 

Com’è strutturata una sessione di coaching?

Il coaching facilita il cambiamento, invitando le persone a prendere il controllo del proprio destino. L’individuo aumenta il proprio potenziale, prendendo coscienza delle proprie competenze, degli strumenti e delle risorse di cui dispone, al fine di superare gli ostacoli interiori ed esteriori. Le quattro fasi:

  • esplorare la situazione attuale;
  • definire, in modo specifico, la posizione desiderata;
  • pianificare il percorso e le risorse per il percorso;
  • passare dal pensiero all’azione;

 

Il coach non è direttivo: mantiene durante tutto il processo un atteggiamento neutrale e non interferisce nelle decisioni di chi ha di fronte. Ciò rende il coaching una potente metodologia incentrata sulla crescita personale e professionale, utilizzata sia nelle organizzazioni aziendali che accademiche e ovviamente per migliorare la qualità di vita degli individui in generale.


Il coaching si articola in un dialogo che viene sviluppato grazie a delle domande importanti.

Tuttavia, porre una domanda importante non sempre porta a una risposta importante: non tutte le domande hanno una risposta, e non tutte le risposte danno una risposta adeguata.

Per questo, linguaggio e comunicazione sono i due elementi fondamentali per un coach. Le domande compaiono sia nelle risposte che nei silenzi del coachee, senza trascurare che le risposte del coachee aiutano l’esperto a capire quale domanda porre dopo.

Inoltre, il processo del coaching incorpora anche il concetto di ascolto attivo di Platone. Questo significa che chi parla riceve da chi ascolta un feedback che faccia capire che quest’ultimo ha interiorizzato ciò che è stato detto o sottinteso.


Il coaching ti aiuta ad uscire da convinzioni limitanti e a creare nuove abitudini che ti aiutano a raggiungere i tuoi obiettivi.

Il fenomenologo Edmund Husserl ha sottolineato che è essenziale che il coach si astenga da ogni pregiudizio nei confronti dei suoi clienti, affinché siano loro stessi a ritrovare la propria coscienza più pura.

Il coach si allontana così dalle conoscenze tecniche per rendere manifesta l’intuizione e, in questo modo, poter avvicinarsi alla persona con una visione globale. Questa percezione del soggetto nel suo insieme permette al cliente di percepire sé stesso/a così com’è, ritrovandosi.


Il coaching è un’approccio attivo che parte dal presupposto che l’unico modo per porre fine a una situazione spiacevole è svegliarsi. Quindi, avere la volontà di cambiare e di intraprendere una nuova direzione. Ciò è il passo necessario per iniziare a migliorare la propria vita.

Da ciò il coachee costruisce le sue prime fondamenta basate sulla volontà di cambiamento, che, per essere efficace, richiederà un piano d’azione, qualcosa che sarà sempre delineato con l’esperto.


Il coaching non va confuso con altre discipline che, pur essendo affini, sono diverse per la metodologia utilizzata, per gli obiettivi perseguiti, per le funzioni svolte e per il contesto in cui vengono svolte. La tabella seguente mostra, schematicamente, le principali differenze:

Il coach non è un consulente che determina degli schemi fissi per risolvere dei conflitti, anzi. Il suo modo  di agire cambia in base ad ogni soggetto, e lascia a quest’ultimo la libertà di assumere le proprie decisioni.

I tutors, come i consulenti, forniscono risposte ai problemi dei loro clienti, e questi accettano le soluzioni. La differenza con la consulenza è che un tutor supervisiona e analizza l’impresa costantemente, mentre la consulenza è un servizio su richiesta.

La psicoterapia è un procedimento analitico basato su teorie scientifiche, il cui proposito è quello di far raggiungere alle persone il benessere psichico. In alcuni casi, tali interventi servono per trattare problemi, disfunzioni o malattie, pertanto lo psicologico deve analizzare l’individuo minuziosamente.

Una delle principali differenze è che il coach lavora con soggetti psicologicamente sani, con l’intento di favorire la loro crescita personale. Se un coach individua segni di malattia o problemi, è tenuto a indirizzare il cliente verso un professionista della psicologia o psichiatria.

Un’altra delle differenze è che, molte volte, il terapueta si concentra sul passato della persona per aiutarla ne presente. Al contrario il coaching è una disciplina orientata al futuro attraverso la realizzazione di mete a breve, medio e lungo termine.

Il coaching ha radici psicologiche, i suoi principi di base cercano di aiutare i soggetti da un punto di vista interpersonale. Nonostante ciò, la metodologia si basa sul dialogo, mentre la psicologia utilizza tecniche psicologiche molto diverse per lo svolgimento delle sue funzioni.


Nel coaching ci sono tante tipologie quante sono le situazioni e le sfide da affrontare. La mia metodologia segue la corrente europea: il coaching umanistico con il metodo GROW

  • Goal (obiettivo). Definire gli obiettivi del processo.
  • Reality (realtà). Descrivere le informazioni rilevanti sulla situazione reale del destinatario del processo al fine di rilevare le opportunità e gli ostacoli esistenti.
  • Options (opzioni). Individua le migliori alternative per ottenere il risultato desiderato.
  • What / will (impegno e volontà). Descrive in ​​dettaglio le azioni  che il coachee deve fare.

e include elementi di tre modelli diversi:

1) Modello psicodinamico: Mi concentro sulla presa di consapevolezza affinché che l’utente ottenga una maggiore comprensione di sé stesso e, quindi, riesca ad apportare i cambiamenti necessari nel suo modo di agire.

2) Modello cognitivo-comportamentale: Le azioni degli individui sono il risultato dei loro pensieri e di come percepiscono sé stessi nel mondo. Focalizzo la mia attenzione sui comportamenti specifici del utente, considerando che il cambiamento può essere raggiunto solo se si comprende l’impatto del comportamento su sé stessi e sulle persone intorno, agendo di conseguenza.

3) Modello sistemico: le persone fanno parte di un sistema e, quindi, cambiare il loro comportamento implica cambiare il loro ambiente.

  • Definiamo il problema.
  • Analizziamo le risorse e sulle competenze del coachee.
  • Do supporto per raggiungere  l’obiettivo prefissato.
  • Utilizzo domande orientate alla soluzione e al futuro.
  • Fornisce nuove prospettive che possono indurre un cambiamento comportamentale.
  • Oriento alla soluzione di uno stato visto e valutato come problematico.

 

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